Quanto è diffuso l'arresto cardiaco?

In Italia ci sono più morti per arresto cardiaco che per alcol, droga, obesità e incidenti stradali messi insieme

In questo articolo cercheremo di capire insieme quanto è effettivamente diffuso l’arresto cardiaco in Italia, aiutandoci con i numeri e facendo un confronto con altre cause di morte diffuse nel nostro Paese.

Arresto cardiaco: i Numeri

Si stima che l’arresto cardiaco in Italia uccida 57.000 persone ogni anno. Questo numero equivale a 156 persone ogni giorno, 1 ogni 9 minuti.

1 persona muore per arresto cardiaco ogni 9 minuti

Il cuore smette improvvisamente di battere, e se nel giro di pochissimi minuti la persona non viene soccorsa con un massaggio cardiaco e con il defibrillatore, non riuscirà a sopravvivere. Ecco perché i primi 5 minuti sono decisivi a salvare una vita, come spieghiamo in questo articolo.

Il 10% dei decessi in Italia sono per arresto cardiaco

I dati ISTAT riportano l’arresto cardiaco come il responsabile del 10% dei decessi che si verificano ogni anno in Italia (circa 600.000 l’anno) e rappresenta oltre il 50% di tutti i decessi causati da patologie cardiache.

Arresto cardiaco: il Confronto

Confrontare i dati dei decessi per arresto cardiaco con i decessi per altre malattie o incidenti stradali può servire ad avere un’idea ancora più chiara della situazione.

Se il tumore è considerato da molti come la malattia del secolo, l’arresto cardiaco arriva subito dopo. Eppure sentiamo continuamente parlare di campagne contro il fumo, l’alcol, lotta ai tumori e guida sicura, ma di arresto cardiaco si parla ancora troppo poco.

Questi dati ci fanno capire quanto l’arresto cardiaco sia sottovalutato nel nostro Paese: si è reticenti ad acquistare il defibrillatore, non ci sono legislazioni che obbligano alla formazione con corsi di primo soccorso e BLSD, si dovrebbe fare formazione su come riconoscere l’arresto cardiaco e intervenire.

Cosa fare?

L'unico modo per diminuire, anche drasticamente, i decessi per arresto cardiaco è diffondere sempre di più le manovre di rianimazione cardiopolmonare. Ma il massaggio cardiaco da solo non basta: con l'utilizzo precoce del defibrillatore la sopravvivenza in caso di arresto cardiaco passa dall'attuale 2% al 50%. Questi dati ci mostrano che c'è un largo margine di miglioramento, raggiungibile sono con la formazione alla rianimazione cardiopolmonare e con la creazione di un vero sistema di cardioprotezione con il defibrillatore.


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