Come Ridurre la Morte per Arresto Cardiaco nello Sport

Con i defibrillatori negli impianti sportivi la percentuale di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco passa dal 9% al 93%.

La rivista “Heart”, rivista ufficiale del British Cardiovascular Society, ha pubblicato la ricerca del gruppo piacentino di Progetto Vita. Da anni Progetto Vita è in prima linea per la diffusione di defibrillatori sul territorio per la lotta contro la morte improvvisa da arresto cardiaco, ed è il primo progetto di defibrillazione precoce nato in Europa nel 1998. Lo studio dimostra come i defibrillatori DAE posizionati negli impianti sportivi siano indispensabili, mostrando dati che lasciano poco da dubitare sull’efficacia dei defibrillatori in loco.

La ricerca ha ottenuto il secondo riconoscimento come miglior pubblicazione sul tema dell’arresto cardiaco nel 2018/2019. Il premio è stato conferito durante il congresso dell’European Society of Cardiology, in corso di svolgimento a Parigi.

Gli autori della ricerca sono: Daniela Aschieri, Diego Panela, Valentina Pelizzoni, Federico Guerra, Anna Chiara Vermi, Luca Rossi, Lucia Torretta, Giulia Losi, Giovanni Quinto Villani, Alessandro Capucci.

Lo Studio

Lo studio prende in esame un periodo di 18 anni, durante i quali sono stati raccolti dati relativi alla morte cardiaca improvvisa correlata all'esercizio fisico nei centri sportivi dilettantistici. I tassi di sopravvivenza e il tempo di risposta sono stati confrontati tra i centri con un defibrillatore già disponibile e i centri sprovvisti di defibrillatore in loco.

Dal 1999 al 2014 ci sono stati 26 casi di arresto cardiaco. 24 casi hanno colpito uomini (il 92%) tra i 17 e i 54 anni, di cui 15 (il 58%) in centri con un defibrillatore presente in loco e 11 in impianti sportivi senza DAE. I tassi di sopravvivenza neurologicamente intatta erano del 93% nei centri con DAE in loco e del 9% nei centri senza un defibrillatore

La presenza di DAE in loco, la presenza di ritmo defibrillabile, la prima assistenza da parte di testimoni laici e il tempo di defibrillazione erano tutti correlati alla sopravvivenza neurologica intatta, ma la presenza di un defibrillatore in loco è stato l’unico predittore indipendente nell’analisi multivariata. L’utilizzo del defibrillatore all’interno dell’impianto sportivo ha permesso di ridurre considerevolmente il tempo di primo shock rispetto al defibrillatore arrivato con l’ambulanza.  

In conclusione, la presenza di un defibrillatore negli impianti sportivi e nelle palestre, oltre che essere obbligatoria in Italia a seguito del Decreto Balduzzi, riduce sensibilmente la morte per arresto cardiaco.

Fonte


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