Come fare il massaggio cardiaco senza rischiare il contagio

Indossare la mascherina, limitarsi alle compressioni toraciche e disinfettarsi le mani. Ecco le regole di base dell’European resuscitation council per chi, non formato, soccorre una persona in arresto cardiaco.

Le nuove regole di comportamento

Il Covid-19, oltre a essere entrato a far parte della quotidianità di miliardi di cittadini, entra anche nelle nuove linee guida internazionali sulla rianimazione cardiopolmonare. Durante la pandemia il timore di potersi infettare prestando soccorso a chi è vittima di arresto cardiaco, da parte dei cosiddetti «soccorritori laici», ha portato a modificare le pratiche standard della rianimazione con l’obiettivo di ridurre il rischio del soccorritore. «È chiaro che in queste nuove linee guida 2020 un riferimento alla situazione introdotta dalla pandemia andasse fatto — spiega Giuseppe Ristagno, rianimatore e presidente di Irc che, insieme a Federico Semeraro e Andrea Scapigliati del comitato scientifico, ha collaborato alla stesura delle Linee guida europee. Ormai dobbiamo convivere con Sars-Covid 2 e quindi bisognava dare anche indicazioni per questo tipo di pazienti».

Come procedere se non si è formati in primo soccorso

Quali sono le indicazioni principali? «Fondamentalmente chi interviene deve indossare i sistemi di protezione — risponde Ristagno —: mascherina per il soccorritore, copertura delle vie aeree della vittima, non avvicinarsi alla bocca o al naso per vedere se respira o meno ma guardare i movimenti del torace, scuoterla non dalle spalle ma dalle anche e poi eseguire solo le compressioni toraciche. Al termine della manovra e il prima possibile, il soccorritore dovrebbe lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone o disinfettarle con un gel idroalcolico e rivolgersi alle autorità sanitarie locali per chiedere informazioni sullo screening da effettuare dopo essere stati in contatto con una persona con sospetta o confermata Covid-19». Tutto questo per quanto riguarda il soccorritore «laico», il passante che assiste a un malore.

Arresto cardiaco in bambini e persone annegate

Diversa è la situazione se l’arresto cardiaco riguarda un bambino o una persona annegata. «In questi casi sarebbe importante eseguire anche le ventilazioni (respirazione bocca a bocca) — sottolinea Ristagno. Poi è anche una questione di buon senso. Bisogna considerare che l’arresto cardiaco del bambino avviene spesso in presenza dei genitori e dei familiari con i quali il contatto già c’è. Quindi ventilare non porterà nessun rischio in più». Per quanto invece riguarda i soccorritori con addestramento avanzato, «devono essere tutti dotati di dispositivi di protezione individuale e possono ventilare la persona in arresto cardiaco utilizzando il pallone-maschera dotato di filtri antivirali».

Il ruolo delle App e dei soccorritori laici

Oltre agli “aggiustamenti” relativi al Covid, un’altra novità riguarda l’«arruolamento» dei «laici». «Nelle nuove linee guida c’è un nuovo capitolo che si chiama System saving lives, il sistema per salvare le vite, in cui ci si focalizza principalmente sulla necessità di fare intervenire la comunità come primo soccorritore nell’attesa che arrivino i mezzi di soccorso avanzati». Tra gli strumenti a disposizione, «l’utilizzo di app per localizzare non soltanto i defibrillatori ma anche i soccorritori laici registrati nel sistema di soccorso, vicini alla vittima, e quindi poterli allertare e mandare sul posto nel tempo più breve possibile. E, ancora, la creazione di registri dei Dae (defibrillatori automatici esterni) per poterli localizzare nella maniera più facile possibile. Fare in modo che le centrali operative abbiano linee guida chiare e standardizzate per poter guidare il soccorritore che chiama a riconoscere l’arresto cardiaco e a massaggiare».


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