Defibrillatori: ogni secondo conta, anche quando l’ambulanza arriva entro soli due minuti

Un recente studio danese presentato al congresso della European Society of Cardiology sottolinea l'importanza dei defibrillatori nell'aumentare la sopravvivenza in caso di arresto cardiaco.

Un recente studio presentato al congresso della European Society of Cardiology, svoltosi ad Amsterdam, ha gettato nuova luce sull'importanza dei defibrillatori nel migliorare la sopravvivenza per le vittime di arresto cardiaco. Sorprendentemente, l'utilizzo di un defibrillatore ha mostrato di essere efficace anche quando il tempo di risposta dell'ambulanza è breve, come due minuti.

Lo studio danese

Condotto dai ricercatori dell'Ospedale Nordsjaellands di Hilleroed, in Danimarca, lo studio ha esaminato i dati dal Registro Danese degli Arresti Cardiaci, relativi a eventi avvenuti fuori dall'ospedale tra il 2016 e il 2020. In totale, sono stati verificati i dati di oltre 7.400 adulti, che avevano avuto un arresto in presenza di un testimone, e che erano stati soccorsi da personale medico di un’ambulanza entro 25 minuti, ma anche sottoposti a rianimazione cardiopolmonare CPR con o senza l’impiego del defibrillatore. L’intervallo di 25 minuti è stato suddiviso in 8 possibili finestre temporali tra i due eventi, per verificare se la defibrillazione fosse sempre efficace.

Il team, guidato dal Dr. Mathias Hindborg, ha scoperto che il defibrillatore, quando utilizzato da un passante prima dell'arrivo dell'ambulanza, aumenta notevolmente la probabilità di sopravvivenza del paziente.

I risultati sono stati categorici: tra gli adulti che hanno subito un arresto cardiaco in presenza di un testimone e che hanno ricevuto RCP (Rianimazione Cardiopolmonare) prima dell'arrivo dell'ambulanza, il 44.5% di quelli che hanno ricevuto una defibrillazione da un passante era ancora in vita a un mese dall’evento, rispetto al 18.8% di coloro che non hanno ricevuto defibrillazione. Questo aumento della sopravvivenza in caso di intervento da parte di un passante era valido per tutti gli intervalli di tempo di arrivo dell'ambulanza esaminati, con l'eccezione del range 0-2 minuti, cioè se l’ambulanza arriva entro due minuti, o è già presente.

Il messaggio chiave

Il Dr. Hindborg ha evidenziato che, quando le risorse sono limitate, i defibrillatori dovrebbero essere collocati in aree dove i tempi di risposta dell'ambulanza sono probabilmente superiori ai sei minuti. Ma la morale è chiara: utilizzare un defibrillatore può fare la differenza tra la vita e la morte, indipendentemente dal tempo impiegato per l'arrivo dell'ambulanza.

Lo studio danese ribadisce l'importanza cruciale della defibrillazione precoce nel migliorare le probabilità di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco. In un mondo ideale, ci sarebbero defibrillatori accessibili ovunque, ma finché ciò non avviene, conoscere dove posizionarli strategicamente può salvare più vite.


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