Defibrillatori Ovunque: la Legge è in Arrivo

Un progetto per contrastare l’arresto cardiaco, che rappresenta la principale causa di morte nei paesi occidentali

Una legge per cardioproteggere l'Italia e fortemente voluta da Forza Italia - promotore il deputato Giorgio Mulè, portavoce degli azzurri di Camera e Senato - che ha avuto l’appoggio di tutto l’arco parlamentare e ha ottenuto al Senato la sede deliberante in commissione Igiene e sanità. La nuova legge cardioproteggerà l’Italia intera: dall’obbligo dei defibrillatori nelle scuole, nelle stazioni e negli aeroporti, fino alla formazione obbligatoria per gli studenti e all’attesissima legge “del buon samaritano”. Semplicemente perché è una legge di civiltà, grazie alla quale il nostro Paese, spiega Mulè, sarà all’avanguardia in Europa nel soccorso in caso di arresto cardiaco. «Il traguardo - spiega il parlamentare - è a un passo. Il 22 ottobre il Senato elegge il presidente della commissione Igiene e sanità. Da quel momento ogni giorno è buono per l’approvazione. Ritengo che entro il mese di novembre o comunque entro la fine dell’anno, la legge sarà già pubblicata sulla Gazzetta ufficiale e in vigore». È una legge «fondamentale - sottolinea Mulè - perchè colpisce tutti i fronti della rianimazione: dalla diffusione dei defibrillatori alla formazione di un esercito della salvezza fatto da ragazzi, insegnanti e da tutti coloro che stanno a scuola. E i defibrillatori saranno ovunque, con una App sul telefonino che dirà in ogni momento dove si trovano i volontari più vicini che possono intervenire». Anche alla Camera, deputati e assistenti frequenteranno corsi per apprendere le tecniche di rianimazione e l’uso del defibrillatore per formare una piccola brigata in grado di aiutare tempestivamente chi è colpito da arresto cardiaco.

L’esperienza di Piacenza

La percentuale di sopravvivenza dopo un arresto cardiaco è strettamente collegata alla tempestività dell’intervento di soccorso. La legge si basa anche sull’esperienza apripista di Piacenza, che con l’iniziativa di Progetto vita Piacenza, portato avanti da Daniela Aschieri, primaria di cardiologia all'ospedale di Castel San Giovanni (Piacenza), ha salvato 122 vite grazie a 919 defibrillatori installati sul territorio e a una squadra di 50mila volontari addestrati al soccorso. «Liberalizzando l’uso del defibrillatore automatici e semplificandone l’accesso - spiega Daniela Aschieri - potremo aumentare la sopravvivenza da arresto cardiaco e portarla alle percentuali dell’esperienza di Piacenza. La cultura della defibrillazione precoce deve essere insegnata agli studenti dai loro stessi insegnanti. Solo così si potrà costruire una comunità capace di salvare vite umane».

L’arresto cardiaco uccide 70mila persone l’anno

L’arresto cardiaco, spiegano all’associazione, «rappresenta un'epidemia silenziosa, la principale causa di morte nei paesi occidentali. Ogni minuto che passa dal momento dell’arresto cardiaco scendono del 10% le probabilità di sopravvivere: dopo 5 minuti le probabilità saranno del 50% e dopo 10 minuti zero. La sopravvivenza da arresto cardiaco è ancora oggi inferiore al 10%, laddove non esistono sistemi di defibrillazione precoce». Anche Italian Resuscitation Council, associazione senza scopo di lucro impegnata in attività di ricerca medico-scientifica e formazione sulla rianimazione cardiopolmonare, ha chiesto la rapida approvazione del disegno di legge. «Solo il 15% delle persone che assistono a un arresto cardiaco - spiega Andrea Scapigliati, presidente di Italian Resuscitation Council - interviene per soccorrere la vittima e ciò accade perché i potenziali soccorritori non sono formati, non sanno riconoscere l'emergenza oppure non si sentono in grado di intervenire. Bisogna potenziare la formazione e renderla obbligatoria nelle scuole come prevede il disegno di legge in discussione al Senato di cui chiediamo subito l'approvazione».

Una App indicherà il defibrillatore più vicino

In occasione della giornata mondiale della rianimazione cardiopolmonare alla Camera, alla presenza di associazione sopravvissuti, sono stati illustrati gli effetti positivi che avrà questa legge. A partire da una diffusione capillare, dai luoghi pubblici alle scuole e alle università. Ma anche nei condomini, negli scali aeroportuali, sui mezzi del trasporto pubblico, nelle stazioni. La legge prevede la possibilità di sapere dove si trova il defibrillatore più vicino grazie a una App ad hoc. E l’uso libero del defibrillatore in caso di emergenza senza responsabilità penale per chi lo usa. Il defibrillatore funziona, infatti, automaticamente. In particolare la legge punta sulla formazione dei giovani fin dalla scuola d’infanzia per costruire nei prossimi anni una”squadra del cuore” che operi ovunque. «Da anni andiamo nelle scuole per insegnare fino dalle elementari come chiamare i soccorsi - spiega Marcello Segre, presidente e fondatore dell’Associazione Lorenzo Greco Onlus - e come intervenire utilizzando un defibrillatore che è sicuro, perché riconosce e fornisce la scarica solo in caso di fibrillazione ventricolare».

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