Secondo uno studio della Duke University rinunciando a poche calorie al giorno si riduce il rischio di diabete e malattie cardiache
Evitare i dessert migliora la salute del cuore, anche nelle persone magre. La notizia arriva dagli Stati Uniti: i ricercatori della prestigiosa Duke University hanno infatti scoperto che assumere circa 300 calorie in meno al giorno, ovvero il corrispettivo di uno spuntino dolce, riduce le probabilità di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari, ma anche Alzheimer e cancro.
Lo studio, pubblicato su Lancet Diabetes & Endocrinology, è stato condotto su 218 partecipanti, a cui è stato chiesto di seguire per due anni una dieta, fatta di tre pasti al giorno, per un apporto calorico quotidiano corrispondente a circa il 75% rispetto alle abitudini precedenti. Molti di loro non ce l’hanno fatta, ma in media comunque la riduzione è stata del 12%. Risultato: le 218 persone hanno perso in media il 10% del loro peso corporeo, di cui il 71% era puro grasso. Con grandi benefici sulla salute.
Non una grande scoperta, verrebbe da pensare, dato che è assodato che il sovrappeso aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e diabete. I ricercatori della Duke University hanno scoperto però che la riduzione dell’apporto calorico giornaliero aiuta anche i magri, perché mangiare più del necessario può causare infiammazioni e l’infiammazione sistemica è un importante fattore di rischio nello sviluppo di disturbi come il diabete, di problemi cardiaci e anche di Alzheimer o cancro.
Durante i due anni gli scienziati hanno effettuato regolari analisi sui partecipanti, tenendo sotto osservazione i biomarcatori della sindrome metabolica, come l'insulino-resistenza, la tolleranza al glucosio, l'ipertensione, i trigliceridi e il colesterolo. Questi biomarcatori, al termine dello studio, suggerivano una riduzione dell'infiammazione e dei rischi di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari.
I ricercatori stanno proseguendo i loro studi, per scoprire il funzionamento del meccanismo che collega riduzione dell’apporto calorico e diminuzione del rischio di sviluppare determinate patologie. Su una cosa, però, sono già sicuri: “Questo studio - ha spiegato l’autore principale, il cardiologo William E. Kraus - dimostra che anche una modifica della dieta non così severa potrebbe ridurre l'impatto del diabete e delle malattie cardiovascolari negli Stati Uniti”.