L’Assistente Vocale Riconosce l’Arresto Cardiaco: lo Studio

L’assistente vocale è in grado di riconoscere un arresto cardiaco e potrebbe anche allertare chi si trova nelle vicinanze, o addirittura chiamare i soccorsi. 

L'intelligenza artificiale e gli assistenti vocali stanno sempre più spesso influenzando ogni aspetto della condizione umana e la cardiologia non fa eccezione.

Ma cosa succederebbe se l’assistente vocale potesse riconoscere un momento estremamente pericoloso, come l’arresto cardiaco, ed aiutarci? Forse quel momento non è poi così lontano. Ci spieghiamo meglio

I ricercatori dell’Università di Washington hanno sviluppato un nuovo algoritmo di intelligenza artificiale da applicare agli smart speaker che sarebbe in grado di riconoscere un arresto cardiaco a distanza. Ricordiamo che in caso di arresto cardiaco, la vittima spesso non ha nemmeno il tempo di chiedere aiuto: si chiama appunto arresto cardiaco improvviso.

Inoltre, il 70% degli arresti cardiaci avviene tra le mura di casa, dove potremmo trovarci da soli, senza qualcuno che possa chiamare i soccorsi.

Partendo da questi presupposti, gli studiosi hanno messo a punto un sistema da poter inglobare all’interno di assistenti vocali, come Amazon Alexa e Google Home, o smartphone in grado di ascoltare i suoni emessi durante la respirazione e associati all’arresto cardiaco e quindi avvisare i servizi di emergenza quando a casa non c’è nessuno che possa fornire assistenza, o tutti dormono.

Ci spieghiamo meglio: la tecnologia rileva un segnale dell'arresto cardiaco, che è il cosiddetto respiro agonico o gaspin, ossia un movimento muscolare involontario, che produce una sorta di rumore gutturale, "la cui unicità lo rende un buon biomarcatore audio da utilizzare per capire se qualcuno sta subendo un arresto cardiaco" ha detto uno degli autori, Jacob Sunshine. "Questo tipo di respirazione - ha aggiunto - si verifica quando un paziente sperimenta livelli di ossigeno veramente bassi". Allenando l’algoritmo di intelligenza artificiale a riconoscere questa tipologia di respiro, gli altoparlanti smart come Amazon Alexa o Google Home potrebbero riuscire a riconoscere un arresto cardiaco e dunque avvisare chiunque si trovi nelle vicinanze per fornire assistenza e, in caso di mancata risposta, chiamare automaticamente i soccorsi.

L’algoritmo è stato messo a punto sui dati di 162 telefonate arrivate al 911 di Seattle: chi ha chiamato i soccorsi ha avvicinato il telefono alla bocca della persona che si era sentita male per far ascoltare il respiro al medico, in modo da valutare la situazione. I suoni sono stati riprodotti anche da distanze diverse e con rumori di sottofondo aggiunti (come un cane o un clacson di macchina), per garantire che il dispositivo fosse in grado di riconoscere la respirazione agonizzante al di là degli avvenimenti che tutti i giorni si svolgono intorno alla casa. Una volta addestrato su questi dati, il sistema ha riconosciuto il respiro agonico con una precisione del 97%. Secondo Gollakota, il risultato è "una buona prova di principio, ma dobbiamo avere accesso a più chiamate arrivate al 911 per migliorare ulteriormente l'accuratezza dell'algoritmo e assicurare che si generalizzi su una popolazione più ampia". 

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