Lo stress da lavoro aumenta il rischio di fibrillazione atriale

Uno studio americano dimostra che troppo stress a lavoro può aumentare i pericoli di sviluppare l’aritmia: ma è l’intero organismo a risentirne

La fibrillazione atriale, si sa, vede nell’ipertensione uno dei fattori di rischio più temibili. E non ci sono dubbi che anche l’attività lavorativa, quando è particolarmente stressante, può favorire lo sviluppo di valori pressori elevati. Quello che non si ipotizzava con prove certe, almeno fino a qualche tempo fa, è che proprio i logorio da lavoro potesse influire anche sul rischio di sviluppare l’aritmia, che è la più comune e, con la sua presenza, può aumentare anche fino a cinque volte il rischio di andare incontro ad ictus cerebrale. Eppure sembra proprio che lo stress cronico sul posto di lavoro che non si riesce a gestire correttamente – suona più o meno così la definizione ufficiale di burnout – entrerebbe in gioco nel determinare anche questa forma di aritmia. A dirlo è una ricerca condotta all’Università della California e apparsa su European Journal of Preventive Cardiology. Gli scienziati, ovviamente, hanno monitorato nel tempo una popolazione di circa 11.000 persone, con controlli medi di oltre 23 anni. Ed ovviamente hanno preso in esame la condizioni emotive, in particolare quelle correlate con il mondo del lavoro, anche considerando la stanchezza eccessiva, l’energia che mancava, l’impiego di antidepressivi e le puntate di rabbia. Durante l’osservazione sono stati ovviamente valutati i casi in cui è insorta fibrillazione atriale: il problema ha interessato circa il 20% della popolazione in esame ed è risultato correlato con l’impiego di antidepressivi e, appunto burnout.

Cosa significa burnout

I segnali d’allarme del malessere nell’attività professionale sono chiari: innanzitutto si avverte maggiore fastidio o fatica nella ricerca del lavoro o, per chi ha una professione, nel recarsi al lavoro, poi le questioni relative alla mancanza di lavoro/ai problemi sul lavoro tendono a monopolizzare la vita mentale, non si pensa ad altro e non si parla d’altro. Col tempo, poi, compaiono sintomi generici di ansia, insonnia, depressione che vengono correlati alla professione. Se per la fibrillazione atriale l’associazione dimostrata appare di grande interesse, non è la prima volta che lo stress da lavoro entra in correlazione con malattie organiche ben determinate. Qualche tempo fa, ad esempio, un’indagine della European Foundation for the Improvement of Living Conditions riportava che quasi il 28 per cento dei lavoratori dell'Unione Europea accusa sindromi da stress da lavoro. Ci sono anche ricerche che fanno ipotizzare un rapporto stretto tra questa condizione e vere e proprie malattie. L’ultima segnalazione in questo senso giunge da una ricerca condotta in Israele, su 677 lavoratori di mezza età, apparso su Psychosomatic Medicine. L’eccessivo stress professionale potrebbe addirittura aumentare il pericolo di ammalarsi di diabete. Dei 677 lavoratori osservati, 17 hanno sviluppato il diabete di tipo 2 durante il periodo di controllo. I ricercatori hanno scoperto che i lavoratori soggetti a esaurimento da lavoro avevano un rischio quasi raddoppiato di sviluppare il diabete di tipo 2, anche tenendo conto di variabili come età, obesità, attività fisica che potrebbero contribuire all’insorgenza della malattia. Lo stato di stress da lavoro, secondo questa visione, sarebbe cronico e risulterebbe associato a un maggior rischio di diabete analogamente ad altri fattori di rischio come l’alto indice di massa corporea, il fumo e la mancanza di attività fisica.

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