Massaggio Cardiaco: Può Salvare la Vita Anche Se Non Da Mani Esperte

Uno studio svedese dimostra come negli anni è aumentato l’aiuto “improvvisato” di chi assiste a un arresto cardiaco

Una mano al centro del torace, poi, con l'altra mano intrecciata, spingere al ritmo di circa cento volte al minuto a una profondità di circa 5 centimetri. 30 compressioni alternate a due insufflazioni, fino all'arrivo del defibrillatore: è così che si fa un massaggio cardiaco. Solo così si può sperare di salvare una persona che ha subìto un arresto cardiaco, evento che uccide circa 60.000 persone l’anno in Italia. Agire subito è fondamentale per guadagnare tempo. In media, ogni minuto che passa, infatti, la possibilità di sopravvivenza di chi è colpito da un evento così drammatico cala dell’8%.

Per questo la conoscenza della semplice manovra può davvero salvare la vita, anche se non si è in grado di alternarla con la rianimazione respiratoria. A lanciare un segnale di attenzione a questa manovra è una ricerca condotta in Svezia, pubblicata su Circulation, frutto del lavoro coordinato di cardiologi ospedalieri ed universitari svedesi. Lo studio ha preso in esame cinque diversi periodi (2000-2005, 2006-2010, 2011-2017) e dimostra che è in crescita il numero delle persone che, trovandosi per caso in presenza di una persona colpita da arresto cardiaco e senza una specifica preparazione, si danno da fare: in base ai dati relativi a più di 30.000 persone in arresto cardiaco, quasi quattro su dieci avevano ricevuto massaggio cardiaco alternato alle insufflazioni e due su dieci il solo massaggio. Ciò che conta, però, è che il numero dei soggetti che si sono impegnati è cresciuto notevolmente ed è circa sestuplicato negli ultimi 18 anni.  E con esso, a prescindere dalle tecniche usate e dall’azione sul respiro, questo intervento è associato ad un raddoppiamento delle possibilità di sopravvivere prima che arrivino i soccorsi.

Arresto Cardiaco: Cosa Fare?

Per prima cosa occorre chiamare i soccorsi. L’intervallo tra l’esordio dell’arresto cardiaco e l’arrivo degli operatori è prezioso per la vita del paziente, in quanto in assenza di interventi adeguati le probabilità di salvarlo e di evitare danni cerebrali irreversibili per l’assenza del necessario flusso sanguigno al cervello scendono del 10 per cento ogni minuto. In questa fase è fondamentale praticare il massaggio cardiaco. Il rischio di morte improvvisa è più alto per chi presenta fattori di rischio cardiovascolari classici come pressione non controllata, ipercolesterolemia, fumo, sedentarietà e soprappeso. Tuttavia l’arresto cardiaco può presentarsi anche in assenza di queste condizioni.

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