Arresto Cardiaco, 70mila morti ogni anno: «Servono più defibrillatori fuori dagli ospedali»

«Si continuano a spendere soldi e tempo sui corsi per le manovre di rianimazione cardiopolmonare, che non sono efficaci quanto il defibrillatore. E i dati lo dimostrano», afferma Alessandro Cappucci, Medico Cardiologo, durante una conferenza.

Fino a 70.000 morti improvvise ogni anno per arresto cardiaco. In Italia l’arresto cardiaco miete molte più vittime degli incidenti stradali, di droga, alcol e obesità, ma nessuno, o quasi, ne parla. Ecco i dati riferiti all’Italia:

Ma le morti per arresto cardiaco potrebbero essere evitate con l'intervento tempestivo di un defibrillatore. A evidenziarlo in una conferenza stampa a Milano è Alessandro Cappucci, direttore della Clinica Cardiologica dell'Università Politecnica delle Marche: "Con la morte improvvisa si ha un arresto del cuore inaspettato, che però non sempre è causato da un infarto (ribadiamo che arresto cardiaco e infarto sono due eventi diversi) - spiega - Se si ha in persone sotto i 35-40 anni, sono altre le cause: patologie non diagnosticate, spesso non riconosciute anche con esami importanti, come le malattie dei canali o la sindrome di Brugada. Molti di questi decessi, di cui lo 0,5% colpisce degli sportivi (e da qui l’importanza del defibrillatore in tutte le società sportive), potrebbero essere evitati con l'intervento tempestivo di un defibrillatore”. 

Il problema, continua Cappucci da una conferenza a Milano, è che in Italia la percentuale dell'utilizzo del defibrillatore fuori dagli ospedali (come palestre e stadi) si aggira solo attorno al 6,4%, contro una media europea del 15-20%.

«Si continuano invece a spendere soldi e tempo sui corsi per le manovre di rianimazione cardiopolmonare» - continua Cappucci - «che non sono efficaci quanto il defibrillatore. E i dati lo dimostrano».

In uno studio condotto a Piacenza nell'arco di 15 anni in centri sportivi, alcuni dotati di defibrillatore e altri no, gli studi hanno osservato che nelle strutture senza defibrillatore, su 11 persone con arresto cardiaco durante l'allenamento, solo 1 si è salvata in attesa dell'ambulanza. Nei centri in cui c'era il defibrillatore invece, su 15 casi di arresto cardiaco solo una persona è morta. «Il defibrillatore dovrebbe essere presente in ogni luogo pubblico, un pò come l'estintore, tanto più che ora un defibrillatore costa quanto uno smartphone» - conclude Cappucci - «purtroppo il progetto di legge di dotare tutti i luoghi pubblici di un defibrillatore automatico, dopo l'approvazione alla Camera lo scorso luglio, giace ferma al Senato. Ci auguriamo che si superino ostacoli e cavilli velocemente per approvarla

definitivamente».

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