Defibrillatori ovunque, il ddl fermo al Senato: non si trovano i fondi

Bloccato in commissione Igiene e sanità al Senato, il ddl punta ad avere apparecchiature ovunque per contrastare gli arresti cardiaci che causano la morte di oltre 60-70mila persone l’anno. Quanti il Covid

La legge sui defibrillatori è ancora in alto mare, bloccata in commissione Igiene e sanità al Senato. Ferma da quasi un anno e mezzo, dopo l’approvazione del testo in prima lettura alla Camera il 30 luglio 2019. Assegnata alla commissione Igiene e sanità di palazzo Madama in sede deliberante il 7 gennaio 2020. Dunque pronta per essere approvata rapidamente e diventare legge dello Stato. Una legge di civiltà, chiamata “defibrillatori ovunque”, perché ha l’obiettivo di diffondere sul territorio questi strumenti salvavita nelle sedi delle Pa aperte al pubblico con almeno 15 dipendenti, ma anche in aereoporti, porti, stazioni ferroviarie, marittime e della navigazione interna con percorrenza di almeno due ore. Un progetto per contrastare l’arresto cardiaco, un’epidemia silenziosa, che rappresenta la principale causa di morte nei paesi occidentali e che in Italia uccide circa 60-70mila persone l’anno. Una vera e propria strage, che causa poco meno delle morti causate dal nuovo coronavirus (79.203 persone).

Non si trovano 4 milioni di euro per varare la legge

Nel corso della trasmissione Start di Sky, condotta da Roberto Inciocchi, è andato in onda un faccia a faccia fra il promotore del ddl Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia, che a Montecitorio ha trovato l’appoggio di tutto l’arco parlamentare e la presidente della commissione Igiene del Senato Annamaria Parente (Pd). «Da un anno e mezzo - ha sottolineato Giorgio Mulè - giace in commissione Sanità al Senato una legge approvata all’unanimità alla Camera, che mira alla diffusione capillare dei defibrillatori nelle città. Ogni anno ci sono 60-70mila persone che muoiono per arresto cardiaco perché non vengono aiutate nei primi 5 minuti. É una legge che non risolverà il problema, ma da un anno e mezzo è bloccata nonostante abbia la sede deliberante e non si trovano 4 milioni di euro che aiuterebbero questo paese a salvare migliaia di vite». La legge, ha risposto la presidente Annamaria Parente, «è ferma perché il Governo e il Mef non danno il via libera a soldi già stanziati. Il testo è passato alla Camera e, quindi, anche al Senato lo stesso testo, con le stesse risorse, dovrebbe passare.Siamo bloccati perché la commissione Bilancio non dà l’ok. E non può darlo perché non c’è il via libera del governo». E la legge continua a restare solo sulla carta.

Fondamentale avere defibrillatori in luoghi cardine della città

Fondamentale avere i defibrillatori nei luoghi cardine delle città, spiegano le associazioni capitanate dall’Associazione italiana Cuore e rianimazione “Lorenzo Greco Onlus”, che hanno anche scritto al presidente della Repubblica, ai presidenti di Senato e Camera, al premier, a ministri e viceministri della Salute, dell’Università, del Lavoro, al presidente e ai membri della commissione Igiene e Sanità del Senato per sollecitare l'approvazione della legge, «Ogni minuto che passa dal momento dell’arresto cardiaco - spiegano - che si occupano delle malattie scendono del 10% le probabilità di sopravvivere: dopo 5 minuti le probabilità saranno del 50% e dopo 10 minuti zero. La sopravvivenza da arresto cardiaco è ancora oggi inferiore al 10%, dove non esistono sistemi di defibrillazione precoce». Una legge che non è di destra o di sinistra, ma è una legge di civiltà.

Cosa contiene il ddl

L’obiettivo del ddl è quello di favorire la progressiva diffusione e l’utilizzazione dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni presso sedi di pubbliche amministrazioni, presso infrastrutture e mezzi di trasporto e presso i gestori di servizi pubblici. Un decreto del ministro della Salute definirà criteri e modalità per l’installazione dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni. Una app indicherà dove si trovano i defibrillatori più vicini alla persona colpita da arresto cardiaco. Il testo rivede anche la normativa sull'utilizzo dei defibrillatori da parte di personale non medico. Cambia la disciplina sugli obblighi relativi alla dotazione e all’impiego da parte delle società sportive, sia professionistiche sia dilettantistiche, dei defibrillatori. Previste iniziative di formazione in ambito scolastico sulle tecniche di rianimazione cardiopolmonare di base, facendo anche riferimento alla generalità delle tecniche di primo soccorso. Regole anche per le comunicazioni da parte dei soggetti che siano già dotati o si dotino di un defibrillatore e da parte dei venditori, l'individuazione del soggetto che ha la responsabilità dell’apparecchiatura in dotazione e le funzioni di registrazione e di monitoraggio dei Dae da parte delle centrali operative del sistema di emergenza sanitaria “118”. Vengono anche disciplinate alcune modalità del sistema di emergenza sanitaria “118”, con particolare riferimento all'utilizzo dei Dae. Saranno promosse campagne di sensibilizzazione in materia di primo soccorso e di uso dei Dae, anche nell'ambito del servizio pubblico radiotelevisivo.

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